domenica 1 aprile 2012

UN SOGNO CHIAMATO SEYCHELLES







L'appuntamento settimanale con i miei ricordi di agente di viaggi, mi porta, oggi, a pensare ad una serata di alcuni anni fa quando il nostro lavoro era completamente diverso da oggi ed avevamo un ruolo importante nell'immaginario delle persone. In parte, eravamo anche invidiati per svolgere quello che era definito uno dei mestieri più belli che si potessero fare.

In quella serata settembrina mi trovavo nel Giardino interno all'Hotel Quirinale di Roma, dove l'Ente del Turismo delle Seychelles aveva organizzato una cena di gala per la promozione della destinazione.

Come era di consuetudine in quel periodo, alla fine di queste serate l'adrenalina dei presenti saliva al massimo, perché venivano estratti dei premi che consistevano quasi sempre in viaggi verso la destinazione oggetto della serata.

Devo ammettere che quello era anche un periodo per me fortunato in quanto mi capitava spesso di essere sorteggiato, ma mai avrei potuto pensare che il primo premio, consistente in un viaggio di una settimana con volo e soggiorno in pensione completa in camera singola all'Hotel Emerald Cove di Praslin, venisse vinto dal sottoscritto.

Sento ancora dentro l'emozione che provai quando andai a ritirare la busta con il voucher che attestava la vincita.

E così, in un freddo mese di gennaio, mi ritrovai su un volo dell'Air Seychelles, in partenza per un angolo di paradiso.

Ero cosciente di andare in un posto dove la mia presenza da single poteva apparire inopportuna, ma non è che mi potessi creare questo tipo di problema, in confronto all'opportunità che mi veniva concessa.

Dopo un volo molto confortevole e con dentro l'emozione che andava crescendo, man mano che sul monitor, diminuivano le ore e le miglia da percorrere, atterrai in quel Paradiso.

Avevo già visitato tanti altri posti, avevo vissuto altre simili situazioni, ma in quel caso mi stavo veramente sentendo l'uomo più fortunato del mondo.

L'aeroporto internazionale mi accolse con la sua atmosfera gioiosa e tranquilla di un luogo di arrivo dove tutto puoi pensare di trovare, ma non troverai mai i ritmi assurdi a cui siamo abituati noi.

Il mio volo doveva proseguire con una tratta interna Mahé (capitale dell'arcipelago) - Praslin.

Andai in quella che doveva essere una sala transito e altro non era che una minuscola stanzetta dove ti consegnavano delle piastrelle colorate (del genere quelle che si usavano per i giochi in spiaggia) e quella piastrella corrispondeva alla carta d'imbarco.

Ogni quindici minuti passava l'hostess che teneva in mano una di queste piastrelle e chi aveva lo stesso colore era invitato a salire a bordo di un piccolissimo aereo, dove ti mettevano una piccola scaletta per salire, e per entrare ti dovevi piegare, altrimenti sbattevi la testa.

Con il bagaglio a mano, messo in qualche modo sulle mie gambe, mi preparai al decollo e proprio mentre l'aereo stava alzandosi in volo, il cielo si rannuvolò e cominciò a piovere ed io già stavo imprecando.

Improvvisamente, come può succedere da queste parti, uno squarcio di sole si fece largo nei nuvoloni e i miei occhi furono letteralmente inchiodati su quello che stavo osservando dal finestrino: la mano di Dio si era sbizzarrita nel creare quel mondo.

Atterrammo su una pista minuscola, in mezzo alla vegetazione straordinaria di quell'isola e fui accolto dalla hostess che mi stava aspettando per portarmi in albergo.

Mentre percorrevamo la strada che mi avrebbe condotto al punto in cui avrei dovuto proseguire in barca per raggiungere l'Emerald Cove, di nuovo tanta pioggia ma non me ne importava, ero comunque felicissimo di essere lì.

Arrivato in albergo, un resort in un lembo dell'isola, mi presentai alla reception per le formalità di rito e mentre l'assistente mi stava spiegando come fare per i teli da mare, accadde un episodio da film di Carlo Verdone.
Appoggiati al banco c'erano un uomo ed una donna, forse in preda ad un attacco di noia per la pioggia persistente e lui in tipico stile romano se ne uscì dicendo "ma daje l'asciugamani pe riparasse" e quella frase, come rito di benvenuto, non me la dimenticherò più.

Superfluo dire quello che ho vissuto in quei sette giorni, ho veramente toccato il massimo dell'esaltazione dei sensi, ho capito cosa possa significare il distacco da tutto, l'immergersi oltreché in un mare incomparabile, immergersi in sé stessi, ritrovare una pace, una calma che mi hanno accompagnato a lungo quando sono rientrato in Italia.

Un trionfo della natura, della flora, dei colori, delle sensazioni, il tutto accompagnato da una gradevole compagnia di coppie in viaggio di nozze per i quali io, outsider della situazione, ero diventato la loro mascotte, e non potei fare a meno di confessare il motivo della mia presenza inusuale in quel luogo.

Ci sono tanti modi di poter vivere una esperienza in questo arcipelago, dal soggiornare in alberghi prestigiosi e appartenenti alla catene più lussuose, o vivere un'esperienza più a contatto con la gente del posto, alloggiando in guest houses che altro non sono che piccole strutture di poche camere, gestite spesso dagli stessi proprietari.

Arrivare qui significa comunque impiegare il giusto tempo da suddividere almeno tra le tre isole più importanti, ossia Mahé, Praslin e La Digue.

Sicuramente una meta da consigliare per un viaggio di nozze, una delle migliori destinazioni dove trascorrere un momento della vita così importante.



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